Aneddoti, fiabe e filastrocche

Discussione in "Archivio di tutto il resto" iniziata da silvia8869, il 18 febbraio 2017.

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  1. Platone

    Platone Apprendista

    Pesciolino rosso
    E. Bruschini - P. Avitabile - N. Reyna

    Un dì la brutta strega del deserto
    fece un incanto al principe Roberto
    e usando la sua scopa per cavallo
    lo trasformò in un pesce di corallo!
    E quindi bofonchiando a piu non posso
    in una vasca mise il pesce rosso.
    Pesciolino rosso, pesciolino rosso
    nella vasca di cristallo
    porta la corona, porta la corona
    fatta tutta di oro giallo!
    Gli altri pesciolini, gli altri pesciolini
    saltellando allegramente
    battono la coda, battono la coda
    salutando il loro re!
    Ma un dì la Principessa Fiordacanto
    baciò sul muso il pesciolino rosso
    e della strega perfida l’incanto
    dopo quel bacio subito cessò!
    Pesciolino rosso, pesciolino rosso
    nella vasca di cristallo
    porta la corona, porta la corona
    fatta tutta d’oro giallo!!!
     
  2. antobon

    antobon Colonnello del forum

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  3. Clarae80

    Clarae80 Comandante del forum


    Filastrocca del castagno


    Il castagno ha lavorato:
    tanti frutti ci ha donato
    or col canto più giocondo
    intrecciamo il girotondo.
    Il castagno s’addormenta
    e la luna lo inargenta,
    si addormenta a poco a poco
    mentre stiamo accanto al fuoco.
    C’è un paiolo che borbotta:
    “Non è cotta, non è cotta!”
    mentre stiamo ad aspettare,
    su corriamo a lavorare!
    Ravviviamo un po’ la fiamma
    aiutiamo un po’ la mamma
    riordiniamo la cucina:
    verrà poi la merendina.
    Merendina di castagne;
    dolci, piccole compagne
    il castagno ce le ha date
    non le abbiamo guadagnate!

    Luisa Nason


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  4. Picchina

    Picchina Duca del forum

    filastrocca Autunno

    È caduta una foglia
    dall’albero lassù,
    quando l’albero si spoglia
    l’estate non c’è più.
     
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  5. antobon

    antobon Colonnello del forum


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    il treno

    C’era una volta un drago
    terror della foresta:
    un corpo tutto squame
    sul capo una gran cresta,
    due occhi gialli e rossi
    ed un vocione roco,
    le fauci sempre aperte
    a sputar fumo e fuoco.
    Ma un giorno un saggio mago
    lo prese per il collo
    e in un secchione d’acqua
    lo tenne un poco a mollo.
    Sbollitigli gli ardori
    gli disse: “Adesso tu,
    ti metti a fare il buono
    e guai non ne fai più”.
    Al posto delle zampe
    gli mise quattro ruote,
    al posto del vocione
    un fischio a quattro note,
    le fauci gliele chiuse,
    legate per benino,
    per cacciare fuori il fumo
    gli sistemò un camino;
    quei due occhiacci rossi
    gli trasformò in due fari,
    e infine mise il tutto
    su un paio di binari.
    E il saggio mago allora
    tornò a casa sereno:
    aveva ucciso il drago
    ed inventato il treno.

    Gigi Lunari

     
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  6. ApeLola

    ApeLola Autore frequente

    Sono tutte stupende, soprattutto quella del drago e la prima del pesco!

    Vi riporto una leggenda russa, se me la ricordo bene (ne esistono due varianti):

    C'era una volta una coppia di anziani signori, senza figli, di cui sentivano la mancanza, pur non mancandogli altro. Un giorno, con la neve di un gelido inverno, fecero un pupazzo di neve, da cui nacque una bambina fredda come l'inverno.

    La bambina venne su ubbidiente e calma e insieme passarono un inverno felice, ma con l'arrivo del caldo la madre si raccomandava giorno dopo giorno di stare attenta con la bambina, pur non avendone chiaro il perché.

    Un giorno la bella bambina, fattasi ragazzina, fu colpita, baciata da un raggio di sole e così come comparve, svanì. Alcune versioni vogliono che lei sia stata sciolta dal calore del bacio del suo primo amore.
     
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  7. silvia8869

    silvia8869 Leggenda vivente del forum

    Durante l'era glaciale molti animali morirono per il freddo.
    I ricci se ne accorsero e decisero di unirsi in gruppo e aiutarsi.

    In questo modo si sarebbero protetti,
    così vicini si trasmettevano calore,
    ma.. le spine di ognuno ferivano i compagni più vicini.
    Decisero di allontanarsi
    e iniziarono a gelarsi e a morire.
    Così capirono che

    o avrebbero iniziato ad accettare le spine del compagno vicino
    oppure sarebbero morti in massa e sarebbero spariti dalla terra.
    Con saggezza decisero di tornare tutti insieme.
    In questo modo impararono a convivere
    con le piccole ferite che un compagno vicino può causare,
    dato che la cosa più importante era il calore dell'altro.
    In questo modo sopravvissero...


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    Morale della Favola:
    Le relazioni migliori non sono quelle con delle persone perfette,

    ma quelle nelle quali ogni individuo impara a vivere con i difetti degli altri
    e ad ammirarne le qualità.
     
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  8. Clarae80

    Clarae80 Comandante del forum

    LA STORIA DELL’AMORE E DELLA FOLLIA


    Tanto tempo fa la Follia decise di invitare tutti i sentimenti a prendere un caffè da lei.
    Dopo il caffè, la Follia propose:
    “Si gioca a nascondino?”
    “Nascondino? Che cos’è?” – domandò la Curiosità.
    “Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete.
    Quando avrò terminato di contare, comincerò a cercarvi
    e il primo che troverò sarà il prossimo a contare.”
    Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia,
    che rimasero a guardare in dipsparte.
    “1,2,3…” – la Follia comincia a contare.
    La Fretta si nascose per prima, dove le capitò.
    La Timidezza, impacciata come sempre, si nascose in un gruppo d’alberi.
    La Gioia corse festosamente in mezzo al giardino,
    non curante di un vero e proprio nascondino.
    La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi.
    L’ Invidia, ovviamente, si unì all’Orgoglio e si nascose accanto a lui dietro un grande masso.
    La Follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano.
    La Disperazione era sconfortata vedendo che la Follia era già a novantanove.
    “Cento!” – gridò la Follia – “Adesso verrò a cercarvi!”
    La prima ad essere trovata fu la Curiosità,
    poiché non aveva potuto impedirsi di uscire
    per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto.
    Guardando da una parte,
    la Follia vide il Dubbio sopra un recinto
    che non sapeva da quale lato
    avrebbe potuto nascondersi meglio.
    E così di seguito furono scoperte…
    la Gioia, la Tristezza, la Timidezza e via via tutti gli altri.
    Quando tutti finalmente si radunarono,
    la Curiosità domandò: “Dov’è l’Amore?”.
    Nessuno l’aveva visto.
    Il gioco non poteva considerarsi concluso,
    così la Follia cominciò a cercarlo.
    Cercò in cima ad una montagna, lungo il fiume, sotto le rocce…
    ma dell’Amore, nessuna traccia.
    Setacciando da tutte le parti,
    la Follia si accorse di un rosaio,
    prese un pezzo di legno e cominciò a frugare tra i rami spinosi,
    quando ad un tratto sentì un lamento…
    Era l’Amore, che soffriva terribilmente
    perché una spina gli aveva appena perforato un occhio.
    La Follia non sapeva che cosa fare,
    si scusò per aver organizzato un gioco così stupido,
    implorò l’Amore per ottenere il suo perdono
    e commossa dagli esiti di quel danno irreversibile
    arrivò fino a promettergli
    che l’avrebbe assistito per sempre.
    L’ Amore rincuorato, accettò la promessa e quelle scuse così sincere.
    Così da allora:
    l’Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre.

    (Presa dal web)

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  9. lorilu

    lorilu Imperatore del forum

    La pietra e la farfalla
    Un giorno, in un bosco di montagna, una farfalla meravigliosa svolazzando tra un fiore e l’altro,
    si posò su di un fiore nato vicino ad una pietra.
    La pietra vedeva passare ogni giorno quella farfalla e quel giorno,
    visto che le era così vicina, le disse:
    “Ciao, che meravigliosi colori che hai e come è bello vederti svolazzare,
    io invece sono qui immobile e posso vedere ben poco del mondo e poi…,
    ho solo questo colore grigio!”.
    La farfalla un po’ vanitosa rispose:
    “Si, ho dei bellissimi colori, tutti mi ammirano e vado dove voglio.
    Tu invece sei sempre lì. Ma non ti annoi?”.
    La pietra ci pensò un poco e rispose:
    “No, non mi annoio perché comunque posso vedere le cose belle del mondo che riesco a vedere di qui
    e ho tanti amici alberi attorno a me, però mi sento un po’ male
    se penso che non posso andare dove vorrei, come te”.
    A quel sentire, un faggio maestoso che aveva ascoltato tutto intervenne e disse:
    “Cara mia vecchia amica pietra, se tu non fossi qui,
    io come altri alberi e altra vegetazione attorno a te
    non potremmo vivere perché le nostre radici sono affondate nel terreno
    e si abbracciano con forza a te per sostenerci.
    Tu che sembri una piccola pietra sei invece maestosa e imponente
    ed è proprio perché sei lì da secoli immobile che hai permesso a noi alberi attorno a te di crescere stabili.
    E’ vero quindi che non hai i colori della farfalla ma la tua bellezza sta nell’essere roccia.
    Tu invece cara piccola farfalla,
    è vero che sei splendida con i tuoi colori ed è bello vederti volare quei pochi giorni della tua vita,
    ma non potresti esistere se non ci fosse questa vegetazione
    che abbraccia le proprie radici a rocce maestose come questa che sembra una piccola pietra,
    ma non lo è”.

    Da quel giorno, la farfalla andò a trovare ogni giorno la pietra per raccontargli del creato che lei vedeva,
    e quando la farfalla fu sul punto di morire la pietra le disse:
    “Cara amica mia ti ricorderò per sempre perché,
    anche se pochi giorni,
    hai rinunciato a svolazzare un po’ del tuo tempo
    per raccontarmi le cose belle del mondo
    che io da qui non posso vedere”.
    - S. Lovecchio -
     
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  10. Clarae80

    Clarae80 Comandante del forum

    Dicembre

    Notte stellata, notte fatata
    ecco alla fine sono arrivata.
    Ultima nata tra dodici Fate
    spesso con me si rimpiange l'estate.
    Porto cappelli, guanti e sciarponi,
    porto pandori e panettoni,
    porto gelate e la mattina
    prati e giardini coperti di brina.
    Abeti in casa addobbati a festa,
    gatti che dormono dentro la cesta
    e luminarie in tutte le strade,
    nelle piazzette e nelle contrade.
    Fuochi che scaldano dentro il camino,
    la letterina di ogni bambino,
    sogni nel cuore di chi ancora spera,
    danze e veglioni nell'ultima sera.

    Le altre Fate non restino male
    se son la pupilla di Babbo Natale
    a lui quest'anno chiederò in dono
    che tutti imparino cos'è il perdono.

    M. Sorti

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  11. antobon

    antobon Colonnello del forum


    L'albero dei poveri

    Filastrocca di Natale,
    la neve è bianca come il sale,
    la neve è fredda, la notte è nera
    ma per i bimbi è primavera:
    soltanto per loro, ai piedi del letto
    è fiorito un alberetto.
    Che strani fiori, che frutti buoni
    oggi sull'albero dei doni:
    bambole d'oro, treni di latta,
    orsi dal pelo come d'ovatta,
    e in cima, proprio sul ramo più alto,
    un cavallo che spicca il salto.
    Quasi lo tocco... Ma no, ho sognato,
    ed ecco, adesso, mi sono destato:
    nella mia casa, accanto al mio letto
    non è fiorito l'alberetto.
    Ci sono soltanto i fiori di gelo
    sui vetri che mi nascondono il cielo.
    L'albero dei poveri sul vetro è fiorito:
    io lo cancello con un dito.


    Gianni Rodari

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  12. Clarae80

    Clarae80 Comandante del forum

    La leggenda del vischio


    C’era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. Viveva solo, non si era mai sposato e non aveva nessun amico; per tutta la vita era stato avaro, aveva sempre anteposto il guadagno all’amicizia ed ai rapporti umani.

    L’andamento dei suoi affari era l’unica cosa che gli importava: per lui non esistevano che i clienti, quelli che compravano e quelli che vendevano; speculava sul bisogno dei poveri e quante volte aveva mentito loro, piangendo miseria per vender più caro. Non gli importava minimamente chi fossero e cosa facessero, del resto mai la sua mano si era aperta per donare. Non gl’interessavano le storie ed i problemi altrui: per questo motivo, nessuno gli voleva bene, ma al mercante la cosa non pesava, tanto non andava mai oltre le apparenze.

    Per avere sempre più soldi continuava imperterrito ad approfittare dell’ingenuità delle persone ed a comportarsi in modo disonesto.

    Un anno però, poco prima di Natale, non riuscendo proprio a prendere sonno, nonostante avesse già contato più volte tutti i suoi denari, che teneva in casa nascosti in una cassapanca, decise di uscire a fare una passeggiata: cominciò a sentire delle voci e delle risate, canti e grida gioiose di bimbi… Era strano sentire tanto chiasso, di notte, in paese: s’incuriosì, anche perchè non c’era nessuno per le strade, nonostante voci e rumori sembrassero molto vicini. Ad un certo punto cominciò a sentire qualcuno che pronunciava il suo nome, chiedeva aiuto e lo chiamava fratello. L’uomo non aveva fratelli o sorelle e si stupì.

    Per tutta la notte, ascoltò le voci che raccontavano storie tristi e allegre, vicende familiari e d’amore. Venne a sapere che alcuni suoi vicini erano molto poveri e che sfamavano a fatica i figli…

    Cominciò a sentirsi rimordere la coscienza per non aver mai neanche lontanamente sospettato cosa si nascondesse dietro gli individui con i quali aveva a che fare tutti i giorni per i suoi affari ed il suo cuore si aprì alla compassione verso quei fratelli meno fortunati di lui e le lacrime cominciarono a sgorgargli dagli occhi senza alcun ritegno.

    Pianse così per tutta la notte, appoggiato ad un cespuglio, lungo la strada, lo inondò praticamente di lacrime di rammarico e di amarezza, mentre la sua indole cambiava radicalmente.

    Ai primi Raggi del Sole, in quel cespuglio, occhieggiando fra le verdi foglioline, cominciarono a brillare delle bacche bianche: le lacrime del mercante pentito si erano trasformate in perle…ed era nato il VISCHIO.

    (Presa dal web)

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    Ps. Il vischio è, per eccellenza, la pianta delle feste natalizie da tutti riconosciuta come portatrice di Buon Augurio.
    Lascio un rametto ad ognuno di voi augurandovi ogni bene e Buone Festività!



     
  13. silvia8869

    silvia8869 Leggenda vivente del forum

    C’era una volta in un bosco lontano,
    dove ogni inverno la neve copriva con il suo manto bianco ogni cosa presente, un villaggio di simpatici folletti.
    Una sola cosa spiccava, in mezzo agli alberi:il grande albero di Natale
    che i folletti preparavano pieno di luci colorate, caramelle e tante palline.
    Ogni mattina, prima di mettersi al lavoro,
    i folletti si preparavano e gustavano una dolce colazione:
    nel latte mescolavano bene bene il cioccolato e lo zucchero e una pioggia di dolci biscotti inzuppavano dentro.
    Sotto il loro grande albero i folletti giocavano, felici, saltando da un tronco all’altro,
    potevano correre però solo quando risuonava nel bosco la musica magica!
    Loro erano i folletti della musica!
    Un giorno qualcuno di molto importate li chiamò a rapporto!
    Solo loro potevano aiutarlo: era Babbo Natale!
    Il segnale era forte e chiaro non appena lo sentirono corsero da lui.
    Eh si! Babbo Natale aveva bisogno di una mano voleva qualche nuova idea,
    cosa poteva regalare ai bambini questo natale?
    Qualcosa di speciale…
    cosa poteva mettere sotto il camino.
    I folletti non ebbero dubbi: dei bellissimi strumenti musicali!
    E così si misero all’opera!
    Ognuno si mise al suo tavolo da lavoro e così cominciarono a costruire.
    Martellarono, segarono, impilarono… finchè tutto non fu pronto!
    Quanta forza e fatica ci voleva!
    Erano pronti, i bambini avrebbero ricevuto dei bellissimi strumenti ora toccava provarli!
    Splendide melodie uscirono da laboratorio e la magia della musica coinvolse tutti presenti, ora tutto era pronto si poteva partire.
    Quando tutto sembrava risolto un nuovo problema si manifestò all’orizzonte:
    una delle renne di Babbo Natale aveva deciso di non muoversi più.
    Occorreva una magia, così di notte i folletti si alzarono zitti zitti e iniziarono spargere polvere di stelle,
    e con la musica dei loro sax di bamboo tentarono di convincere la renna a ripartire:
    comparve così uno sciame di libellule che volò intorno alla renna
    che vide legarsi al collo un bellissimo campanello che avrebbe suonato tutte le volte che si sarebbe mossa!
    Ora si che la renna era convinta a ripartire!
    Quando finalmente la slitta riprese a volare i folletti contenti salutarono Babbo Natale
    augurandogli Buon viaggio a loro modo!

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  14. Clarae80

    Clarae80 Comandante del forum

    L’albero di Natale più alto del mondo


    Mentre si avvicinava il Natale l’elfo postino era sempre più indaffarato a leggere la posta arrivata con le richieste di regali che i bambini di tutto il mondo inviavano per loro, per gli amici e per le persone care.
    Una letterina in particolare con una richiesta molto strana lo colpì tantissimo. C’era una scrittura molto bella, chiara, leggibile, senza errori e senza macchie. Questo bimbo avrebbe voluto vedere un albero altissimo, il più grande del mondo, che arrivasse fino al cielo!” Non è possibile!” Pensò l’elfo postino,” come faccio a metterlo sulla slitta per portarglielo?”. Ci pensò molto bene, poi prese un ramoscello di abete rinsecchito e abbandonato per essere poi bruciato nel camino, lo agitò un po’ e come per magia si formarono tantissimi rami con tanti aghi argentati. L’albero continuò a crescere e salì, salì fino alle nuvole ed anche più su, fino a raggiungere il cielo, dove sono le stelle. L’elfo postino rimase incantato nel vedere quella nascita dell’abete più alto del mondo, era bastato un pensiero e la volontà di crearlo ed il gioco era fatto. Poi pensò all’addobbo, ma purtroppo l’elfo postino non aveva le decorazioni da mettere sull’abete! Pensò ancora e guardò nella sua piccola borsa porta letterine, naturalmente magica. Mise una mano dentro e come per incanto al posto delle letterine trovò una manciata di coriandoli colorati. Li gettò all’abete e gli disse: ”Ho solo questi, se vuoi prendili e adornati“. L’abete, ringraziò con un inchino e il vento che provocò fece trasformare tutti i coriandoli in palline coloratissime che si posarono sopra i rami argentati. Mancavano le luci e allora l’abete allungò i rami più alti, quelli più vicino alle stelline, prese in prestito le più luminose e le mise sui rami. Mancavano anche le ghirlande, le gocce di ghiaccio e tantissime altre cose. Alcuni uccellini benché infreddoliti vollero aiutare il postino. Presero dei fili di rugiada ghiacciata e con questi adornarono l’abete volando un po’ di qua e un po’ di la. Presero anche dei ghiaccioli appesi alle finestre della fabbrica dei giocattoli di Babbo Natale e li appesero ai rami rendendo l’albero ancora più elegante e luminoso. Gli uccellini svegliarono anche le lucciole che infreddolite, ma contente, vollero aiutare anche loro l’elfo in questa faticosa, ma bellissima impresa.
    “Che cosa manca ora?” pensò il postino. Certamente mancava la cosa più importante: il puntale! Allora chiese gentilmente al sole di prestargli un raggio di luce, quello più luminoso che avesse! Il sole glielo concesse molto volentieri. Soddisfatto e contento l’elfo postino pensò al fanciullo che aveva fatto questa insolita richiesta e come per magia fece apparire l’abete più alto del mondo nel sogno del bambino il quale aspettando l’arrivo di Babbo Natale si era addormentato.


    G. D'Ambrosio


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  15. antobon

    antobon Colonnello del forum

    Lo zampognaro
    Gianni Rodari
    Se comandasse lo zampognaro
    Che scende per il viale,
    sai che cosa direbbe
    il giorno di Natale?
    “Voglio che in ogni casa
    spunti dal pavimento
    un albero fiorito
    di stelle d’oro e d’argento”.
    Se comandasse il passero
    Che sulla neve zampetta,
    sai che cosa direbbe
    con la voce che cinguetta?
    “Voglio che i bimbi trovino,
    quando il lume sarà acceso
    tutti i doni sognati
    più uno, per buon peso”.
    Se comandasse il pastore
    Del presepe di cartone
    Sai che legge farebbe
    Firmandola col lungo bastone?
    “Voglio che oggi non pianga
    nel mondo un solo bambino,
    che abbiano lo stesso sorriso
    il bianco, il moro, il giallino”.
    Sapete che cosa vi dico
    Io che non comando niente?
    Tutte queste belle cose
    Accadranno facilmente;
    se ci diamo la mano
    i miracoli si faranno
    e il giorno di Natale
    durerà tutto l’anno.


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  16. Clarae80

    Clarae80 Comandante del forum



    La Porta di Natale

    Piccola porta, porta gigante
    porta sottile, porta pesante
    porta di sogno, porta d'impegno
    porta che porta nel magico regno.
    Porta di luce, porta che incanta
    porta di fede, porta anche Santa.
    Dietro ogni porta c'è il nuovo che avanza,
    nuovi progetti, nuova speranza
    e quando varchi la nuova soglia
    si veste il futuro e il passato si spoglia.
    Non è mai un muro che sbarra il cammino
    ma un invito a cercare un nuovo destino.
    Porta di attese, porta speciale
    una porta ti aspetta ad ogni Natale.

    M. Sorti


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  17. lorilu

    lorilu Imperatore del forum

    Le Renne in Sciopero

    Non so se tutti conoscono i veri nomi delle renne di Babbo Natale,
    per questo prima di raccontarvi questa storia voglio elencarveli uno ad uno.
    Comet, Dancer, Dasher, Prancer, Vixen, Donder, Blitzen, e Cupid.
    In Italiano, possiamo tranquillamente chiamarle,
    Cometa, Ballerina, Fulmine, Donnola, Freccia, Saltarello, Donato e Cupido.

    A queste renne, un giorno di tanti anni fa,
    si aggiunsero delle altre renne e nella casa di Babbo Natale accadde qualcosa di molto strano.
    Dopo che Babbo Natale insieme agli elfi finì di preparare i regali,
    stava mettendo tutto nel grosso sacco, quando ad un tratto le due renne, nuove arrivate chiesero a Babbo Natale
    se anche loro all’ultimo avrebbero ricevuto il loro regalo:
    Babbo Natale rispose di no!
    Loro come regalo avrebbero avuto quello che i bambini avrebbero lasciato davanti al camino.
    Potevano essere caramelle, cioccolate o qualsiasi altra cosa,
    ma non potevano e non dovevano pretendere nulla di più.
    Le due renne cominciarono a dire:
    “Non è giusto: È un’ingiustizia.”
    E Babbo Natale diceva.
    “Basta, è inutile fare capricci.”
    Ma le renne non volevano sentire ragione e dissero:
    “Allora noi non andremo da nessuna parte e faremo in modo che neanche tu potrai andare”.
    Fu così che se ne andarono insieme alle altre renne che erano state plagiate da loro.
    Accanto a Babbo Natale rimase solo una renna, che,
    anche se era nuova arrivata, era una delle più anziane;
    non per niente si chiamava Saggia.
    “Come mai tu non sei andata con loro?”
    E la renna rispose:
    “Io non perdo tempo con queste sciocchezze.”
    E Babbo natale aggiunse:
    “Per fortuna ci sei tu! Ma adesso come facciamo?”
    “Seguiamole, vediamo cosa hanno intenzione di fare”: disse Saggia.
    Ed è così che si misero in cammino.
    Una volta trovate le renne videro che si erano messe tutte in fila sulla strada che doveva fare Babbo Natale
    per portare i suoi doni a tutti i bambini del mondo.
    Mentre Babbo Natale cercava di farle ragionare,
    loro facevano finta di non sentire e cantavano a squarciagola jingle bells.
    “Fermatevi! Basta, ragionate,
    pensate a tutti quei bambini che stanno aspettando un regalo”.
    Niente da fare: le renne continuavano a cantare.
    Babbo Natale con la renna Saggia si allontanò per trovare una soluzione e diceva alla renna:
    “Come faccio, se continuiamo così quest’anno tutti i miei bimbi rimarranno senza regalo”.
    E la renna rispose:
    “Lascia fare a me, provo a parlare io con loro: può darsi che mi ascolteranno; tu aspettami qui”.
    Dopo un’ora, la renna tornò senza aver risolto nulla;
    tutti quei discorsi di quanto Babbo Natale fosse stato sempre buono con loro non erano serviti a niente.
    Babbo Natale era sempre più disperato.
    “E adesso cosa faccio?
    Non è giusto, i miei bambini rimarranno senza regalo”.
    Non finì neanche di pronunciare queste parole,
    che iniziò a piovere ed anche in maniera abbastanza forte;
    e Babbo Natale sempre più arrabbiato diceva:
    “Ecco: mancava solo la pioggia.”
    Ma poi all’improvviso cominciò a sorridere:
    “Vieni Saggia, vieni che adesso ci divertiamo; ora sì che le faccio passare la voglia di scioperare”.
    Giunto di nuovo dove stavano le renne,
    le trovò ancora in fila a cantare jingle bells e tante altre canzoni di Natale.
    Babbo Natale disse con voce tuonante:
    “Che fate, nemmeno la pioggia vi ferma?”
    E una delle renne rispose:
    “No, di certo non sarà la pioggia a fermarci”.
    “A sì, ma voi sapete questa pioggia cosa vuol dire?”
    “Sì” rispose la renna.
    “Vuol dire che c’è un gran temporale” aggiunse un’altra renna.
    “Lo immaginavo; non lo sapete.
    Quando piove vuol dire che tutti i bambini del mondo stanno piangendo
    e le loro lacrime arrivano al cielo e quindi si forma la pioggia;
    forse adesso stanno piangendo tutti i bambini
    che quest’anno rimarranno senza regalo a causa vostra”.
    “Dici davvero?” rispose la renna più giovane del gruppo.
    “Sì, dico davvero”!
    Rispose Babbo Natale, immaginando che il suo piano stesse già funzionando.
    “Cosa?”
    Dissero le renne con aria meravigliata.
    “Su, Babbo Natale mettiamoci in cammino, altrimenti non c’è la faremo mai a consegnare tutti i regali”.
    Ed è così, che tutte le renne, insieme a Babbo Natale,
    andarono a prendere il sacco e si misero in viaggio cantando le canzoni di Natale;
    questa volta non per scioperare,
    ma per la felicità che provavano nel portare i doni,
    nel vedere che nel cielo magicamente era tornato il sereno
    e che quel gran temporale era già un lontano ricordo.
    Le nuove renne arrivate non ebbero mai la notorietà delle altre,
    ma ancora oggi viaggiano da sole per il mondo a regalare tanti sorrisi a tutti i bambini.

    Morale della favola
    Tutti dobbiamo accontentarci di quello che abbiamo e non pretendere sempre di più,
    perché certe volte e bello anche donare,
    non solo ricevere.

    - L. Manna -

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  18. CrazyDiamond

    CrazyDiamond Oracolo onnisciente

    Il leone e il topo - Esopo

    In una verdeggiante radura, sotto un tiepido sole, un leone sta beatamente dormendo.
    Ecco che all’improvviso un topolino, ignaro del pericolo, inizia a correre, avanti e indietro, sul suo corpo. Il leone, una volta svegliatosi, alquanto arrabbiato, blocca l’andare sconsiderato della bestiola, ponendole una zampa sopra. E' intenzionato a sbranarsela, quando si sente supplicare: “Ti chiedo perdono! Lasciami andare libero. Io non dimenticherò mai la tua generosità e spero che un giorno potrò ricambiarla”.
    A queste parole il leone comincia a ridere e a beffeggiare l'insignificante animaletto, evidenziandone la ''nullità'' di contro alla maestosità della sua prestanza fisica. Decide, comunque, di alzare il suo grosso zampone e di lasciare la bestiola libera di andarsene.
    E venne il giorno.......
    E venne il giorno in cui il leone cadde prigioniero di uno stuolo di cacciatori. Venne legato, con una grossa corda, ad un albero, in attesa di un trasporto nel luogo destinato. Fu allora che il topolino udì i lamenti del suo amico e, non appena vide i cacciatori allontanarsi, per un attimo, dal posto, pensò che fosse giunto il momento d’intervenire e di contraccambiare il piacere ricevuto tempo addietro. Accorse allora presso il leone e cominciò a rosicchiare la corda che lo teneva legato all’albero.
    Rosicchia e rosicchia… la corda si spezzò. Il leone era libero! Prima di lasciarlo, il topo gli disse: ''Tempo fa mi hai beffeggiato alla grande, pensando di non poter ricevere una ricompensa da me in cambio della libertà concessami. Ora sai che anche noi, per quanto piccoli e deboli, possiamo essere utili ai grandi e potenti come te.''

    Morale della favola: In questo mondo tutti abbiamo bisogno l'uno dell'altro.


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  19. antobon

    antobon Colonnello del forum


    La leggenda del pettirosso


    Nella stalla dove nacque Gesù c’era un piccolo intruso:
    un uccellino marrone si era infilato lì dentro per stare al caldo e
    si era messo proprio vicino al fuoco. Durante la notte, mentre tutti dormivano,
    l’uccellino (che nel frattempo aveva fatto amicizia con Gesù bambino) si accorse
    che il fuoco si stava spegnendo e, preoccupato che il neonato avesse freddo,
    si mise a sbattere le ali fortissimo per alimentare il fuoco. Quando venne il mattino l’uccellino,
    un po’ stanco e vedendo che Maria e Giuseppe si stavano svegliando decise di mettersi a dormire e
    prese a lisciarsi le penne…quando si accorse che il piumaggio che aveva sul petto era diventato di
    un bel rosso lucente e siccome era un animale molto sveglio capì che quello sarebbe stato il segno
    della gratitudine divina verso tutti gli uccellini come lui,
    che da quel momento si sarebbero chiamati pettirossi.


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  20. -*Anjo*-

    -*Anjo*- Leggenda vivente del forum

    La stellina curiosa
    di M. P. Sorrentino


    C'era una volta una stellina molto curiosa. Stava sempre spenzolata dal cielo per guardare tutto quel che accadeva sulla Terra. Invano l'angelo lampionaio, che va la sera in giro per il cielo ad accendere le stelle, le diceva: - Bada, stellina, non spenzolarti così: una volta o l'altra finirai per cadere.
    La stellina faceva proprio come fanno certi bambini di mia conoscenza quando la mamma raccomanda loro di non spenzolarsi dalla finestra: fingeva di non udire.
    Una brutta sera la stellina si spenzolò più del solito e, patapumfete, perse l'equilibrio e cadde sulla Terra.
    Povera stellina, che spavento! Rotola rotola, andò a finire sul ciglio di un monte: era sempre una stellina, ma non c'era più l'angelo lampionaio per accenderla, e perciò non mandava più luce.
    Il buon Dio ebbe pietà della stellina spenta e la trasformò in un fiore: fece di lei la stella alpina, che spicca tutta bianca fra il verde, e sembra una stella caduta dal cielo. Ma, lo credereste, anche trasformata in un fiore, la stellina non ha perduto il vizio di essere curiosa: sta sul ciglio del burrone, proprio sul margine estremo, e si spenzola nel vuoto per guardare quel che avviene sotto di lei. Non allungate la mano per coglierla, bambini: la stellina pettegolina cresce in posti troppo pericolosi.

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